Siamo
quasi pronti, pronti ad ospitare il Buonolio Salus festival FOCUS,
un appuntamento che anticipa l’happening ufficiale che si terrà nel mese di
Marzo 2015. Il programma del Focus è in fare conclusiva, ve ne daremo conoscenza nei prossimi
giorni. Non festeggeremo l’olio - per ovvi motivi -, non parleremo di
valorizzazione dell’olio, ci concentreremo sulle cause che hanno determinato
questa annata pazza e disastrosa, perché non si resti ancora fermi al nastro di
partenza – ammesso che ci siamo.
Gli ulivi non hanno resistito
Sono scene tristi, vedere
gli ulivi coricati a terra e sconfitti da una forza inaudita. E' stato un
evento atmosferico eccezionale quello che ha colpito una zona di Dragoni, in
provincia di Caserta e in particolare l'uliveto dell'azienda biologica
Mazzarella. Gli ulivi sradicati dal suolo sono circa 20, colpiti e
distrutti da un violento vortice che si è abbattuto sull’uliveto nella notte di
lunedì 17 novembre 2014. Chi ha provato almeno una volta ad abbracciare un albero di ulivo può
capire il dispiacere e lo stato d’animo che si prova in queste occasioni. Antonio
Mazzarella, medico e titolare
dell’azienda olivicola biologica, mi ha dato conferma del proprio amore per i
propri ulivi, me ne sono accorto quando me ne ha dato notizia. Anche gli ulivi,
dunque piangono.
Ovviamente i danni non si limitano solo agli ulivi ma anche ad alcune strutture adibite a depositi ed altro. Siamo nel 2014 e questi eventi si presentano in maniera sempre più frequente, dobbiamo farcene una ragione? Guarda le foto.
L'Italia dell'olio che fa l'Italia
Ci sono grossi gruppi oleari che
lavorano bene, tuttavia le frodi e gli imbecilli non mancano mai. Questo è
chiaro. In Italia però, primo importatore mondiale di olio, se ne vedono e se
ne sentono di tutti i colori. A volte siamo anche noi a “tirarci la zappa sui
piedi”, a far parlare della nostra nazione in maniera scorretta e a permettere
certi atteggiamenti che mettono solo paura al consumatore e restituiscono una
immagine sporca e surreale dell’olio italiano. Fatevi un giro in internet, si
leggono cose incredibili, tutti
rimettono la propria visione sull’olio, sulle frodi e sulle adulterazioni, sui
prezzi che non devono essere inferiori a 8 euro altrimenti è truffa! Chi sono
costoro? Parlano di olio adulterato come se conoscessero a fondo i particolari,
fanno inchieste facili e surreali.
Dalle Terre del Vulcano
Si chiama Conchae, l'olio
extravergine prodotto negli oliveti siti nel Comune di Conca
della Campania, zona collinare alle pendici del vulcano spento di
Roccamonfina, sul versante nord-orientale. Il paese prende il nome dalla
posizione in cui è sorto, fu fondato dai monaci dell’Abbazia di Montecassino
che dopo le invasioni barbariche bonificarono le terre incolte e selvagge
edificando case coloniche e villaggi. Il nome Conchae trae origine dalla zona
di produzione, in particolare prende il nome da un castello esistente già prima
del X secolo. Infatti Leone Ostiense registra, nell’anno 1049, un
tentativo sfortunato da parte di alcuni nobili capuani di sottrarre il castello
di Conca all’Abbazia di Montecassino. Il tentativo, come detto, fallì e il Castrum Conchae rimase all’Abbazia e
tutt’oggi esistente. L’azienda agricola nacque nei primi anni settanta, quando i coniugi
Pellegrino - emigrati in Svizzera - decisero di far ritorno al paese e
acquistare il fondo rustico denominato Tuoro Martino che ha una estensione di
circa dieci ettari, si trova situato sul versante nord est del vulcano spento
di Roccamonfina. La forma a cono è la
conseguenza dell’attività vulcanica presente in loco che nel corso dei millenni
ha dato origine ai due principali coni vulcanici di Conca Della Campania, il
più importante per dimensioni è Monte Friello e l’altro cono di minori
dimensioni è denominato Tuoro Martino sito dell’azienda che attualmente conduce
la moglie di Roberto Pellegrino, Calce Emilia. L’azienda si trova a circa 500
metri di altitudine ideale per le colture quali castagno olivo e vite.
Quella di Calce Emilia è una piccola azienda, a conduzione familiare, che ora ha iniziato un nuovo percorso di innovazione con il suo olio dalle già apprezzate qualità sensoriali. Anche quest’anno infatti, con tutte le difficoltà, ha prodotto il nuovo Conchae che mi ha proposto in degustazione.
Premio Biol, ancora un riconoscimento ad Alberto Marulli dell'azienda Monte della Torre
Consegnati ieri 19 novembre i riconoscimenti ai migliori oli biologici
nella spettacolare e un po’ abbandonata Reggia
di Caserta, nella Sala degli Specchi. E’ doveroso ringraziare Alberto Marulli,
classificatosi al primo posto in assoluto del Biol 2014, perché la location è stata scelta anche grazie alla sua vittoria ed al suo impegno nella
produzione di un olio di alta qualità. Monte della Torre è l’olio vincitore
del concorso per i migliori extravergini del mondo che si è tenuto ad Andria
nel Marzo 2014 e che si è distinto fra 425 oli bio provenienti da 17 paesi
diversi.
Prodotto civetta?
E' giusto o sbagliato, sinceramente, non lo so più. Certo è che, specialmente quest'anno, vedere lo scenario proposto dalla grande distribuzione - e non solo - è paradossale.
A tutti i ristoranti. Tappo antirabbocco obbligatorio dal 25 Novembre 2014
Ne avevo dato notizia il 21 Ottobre, quando è stato approvato dalla
Camera dei Deputati la norma relativa all’utilizzo del tappo antirabbocco per l’olio
extra vergine di oliva proposto nei pubblici esercizi. E’ stata pubblicata
sulla Gazzetta Ufficiale (serie generale n.ro 261 del 10 Novembre 2014 – Suppl.
Ordianario n. 83) la Legge 30 Ottobre 2014 n. 161 che, all’articolo
18 comma 1 c), recita:
“Gli oli di oliva vergini proposti in confezioni
nei pubblici esercizi, fatti salvi gli usi di cucina e di preparazione dei
pasti, devono essere presentati in contenitori etichettati conformemente alla
normativa vigente, forniti di idoneo dispositivo di chiusura in modo che il
contenuto non possa essere modificato senza che la confezione sia aperta o
alterata e provvisti di un sistema di protezione che non ne permetta il
riutilizzo dopo l'esaurimento del contenuto originale indicato nell'etichetta”.
D’altra parte riconosco che i ristoratori avranno qualche difficoltà,
visto che dovranno adeguarsi alla norma immediatamente e senza avere il tempo
di adeguarsi. Molti ristoratori infatti hanno già provveduto ad acquistare
bottiglie di olio extravergine anche in grosse quantità. Come faranno?
Certamente è un problema ma non ho idea di come potrebbe risolversi, salvo il
fatto che potrebbero consumarle in cucina. Certamente è chiaro che, dal 25
Novembre, la violazione comporterà delle multe al titolare dell’esercizio
pubblico se lo stesso presenterà al pubblico bottiglie prive del tappo
antirabbocco. Secondo la Legge 14 gennaio 2014 numero 9, articolo 7, infatti, la
violazione “comporta
l’applicazione al titolare del pubblico esercizio di una sanzione amministrativa da euro 1.000 a
euro 8.000 e la confisca del prodotto”.
Nuova veste grafica per il Koinè di Benedetta
Non lo nascondo, non voglio e non
sarebbe reale, il Koinè fa parte
della mia passione per l'olio e come tale lo tengo stretto tra i preferiti.
Ecco, mi sono dichiarato. Ma chi mi conosce lo sa, oltretutto c'è un bellissimo
rapporto di amicizia e stima reciproca con l'azienda che àncora e lega passione
e professionalità.
Oggi, il Koinè - l'extra vergine prodotto da Benedetta Cipriano - cambia veste grafica. L'etichetta e il logo come la grafica andavano riviste, ogni tanto fa bene innovarsi, crescere e dare vitalità al lavoro svolto nel tempo. L'azienda Cipriano ha intrapreso - anni fa - un percorso di qualità, raggiungendo risultati importanti. Il suo extravergine è presente in tante guide, riviste di settore ed ha ottenuto numerosi riconoscimenti e premi. L'ultimo, l'inserimento nella guida mondiale Flos Olei 2015 di Marco Oreggia. In realtà si tratta di un restyling della vecchia grafica, perché conserva gli elementi e i colori di prima ma ha un nuovo carattere, accattivante e moderno. Conserva anche i loghi della famiglia, in alto e per primi: Cipriano e Ventriglia. Il restyling regala una identità più appropriata, professionale ed elegante, oltre a rendere l'azienda più attuale e competitiva.
Oggi la piccola impresa Cipriano sta lavorando ad un nuovo prodotto, un extravergine con caratteristiche chimico-organolettiche superiori, con parametri molto più elevati. È un progetto ambizioso ma emblematico della voglia di crescere ed innovarsi. Sarà una "riserva" o una linea
"oro" non si sa, certamente avrà una sua etichetta specifica che ne indicherà le proprietà e sarà un prodotto numericamente limitato. Restiamo in attesa!
Azienda agricola Cipriano Benedetta
Via Pigna Pioppetelli
81016 Piedimonte Matese
Tel. 0823 785644 - 333 7475820
extra.koine@gmail.com
Aethina Tumida: Allerta Nazionale, CONDIVIDI!
Appena l’ho letto ho pensato di condividere anche attraverso il mio
blog questo articolo. La discussione, aperta sul Blog dell’apicoltura
sostenibile, non mi dilungo, leggete e commentate voi.
Questo
il testo dell’articolo:
In questo articolo farò un breve riassunto della situazione su quello
che sta succedendo in Italia, precisamente nel settore dell’apicoltura, questo
per coinvolgere molte più persone, non solo apicoltori ma anche agricoltori,
naturalisti, animalisti, biologi, ricercatori, entomologi e semplici civili.
Questo perché ci serve aiuto da tutti e tutti devono essere informati.
La classe merceologica, indicatore della cattiva gestione degli ulivi
E’ uno stano argomento, ma da quando – l’anno scorso – ho letto i
risultati delle analisi degli oli che hanno partecipato al concorso organizzato
nell’ambito del Buonolio Salus Festival,
ci penso sempre di più. Il concorso infatti prevedeva (e prevede tutt’ora)
anche la partecipazione di persone che producono olio senza etichettarlo ma che sono proprietari di uliveti ed hanno anche molte piante. Credo,
tuttavia, che sia un problema "italiano" e non solo legato ad un
territorio in particolare, quello dell'attribuzione della classe merceologica
dell'olio. Nessun produttore, o quasi, fa l’analisi chimica e organolettica al
proprio olio, tutti convinti di produrre il migliore extra vergine d'oliva, ma
in realtà è un buon vergine o addirittura un lampante. Nessuno, fino ad oggi,
si è mai interessato della qualità dell'olio prodotto in un territorio, nessuno
mai ha realizzato progetti volti a determinare la vera classificazione
merceologica degli oli prodotti dagli olivicoltori, nessuno si è mai
preoccupato di dire: signori così non si
produce un buon olio, tranne qualche pallido e temerario tentativo. La
cultura è mancata e ora si pagano le conseguenze.
Niente olio nell’alto casertano. Per colpa di chi? La vera analisi dei pessimi risultati a breve in un convegno
Di questi periodi si sente di tutto, denunce su giornali e siti
internet sulla mancata produzione di olio dovuta alle terribili condizioni
meteo. Di olio ce n’è ben poco, è vero, oggi ne parlano tutti – sono tutti
esperti del settore, tutti ad avanzare la propria risposta ad una annata
terribile come questa. Tutti a giudicare la mosca dell’olivo, un terribile parassita “sbucato dal nulla”,
peggio della Xylella fastidiosa. Nessuno però a giudicarsi, perché la colpa è
tutta delle piogge, dell’umidità, delle temperature e della mosca. Ma è stata
una annata difficile anche per i viticoltori per esempio, come avranno fatto a
sopperire a questi eventi? Insetti e funghi non si sono fatti vivi anche fra
queste colture? Il problema, o meglio la
verità, è che gli ulivi andrebbero curati e coltivati come tutte le altre
colture. Una annata difficile come
questa va gestita, così come hanno fatto taluni
olivicoltori che pur subendo l’insolita annata si sono difesi
egregiamente tenendo gli uliveti sotto stretto controllo, facendo i trattamenti
al momento giusto e salvando le poche olive producendo comunque dell’olio
extravergine di oliva. Lode a loro.
Olive in salamoia, ricetta tradizionale
Lo stimolo nasce da un gentile omaggio del dottore Antonio Mazzarella, titolare della società agricola Mazzarella con sede ad
Alvignano. Dopo una veloce ricerca ho evinto che le olive in salamoia sono
una tipica ricetta della regione della Liguria, vengono infatti
usate olive nere liguri, dette anche taggiasche. Il nome nasce
dalla città di Taggia, in provincia di Imperia, che è il luogo in cui i monaci
portarono per la prima volta queste olive. Ho scelto la ricetta tradizionale,
che è anche quella più semplice.
Olio vergine di oliva, una onestà che non ripaga
Il titolo è provocatorio,
tuttavia è certamente un peccato non valorizzare gli oli vergini di oliva. Ne
ho parlato già QUI, perciò ci tengo a ribadire che non sono
assolutamente contro l’imbottigliamento degli oli vergini di oliva, anzi. E’ un
percorso futuristico che bisognerà adottare, ogni azienda dovrà valorizzare il
proprio olio anche attraverso il confezionamento del vergine di oliva ma
bisognerà prima fare buona comunicazione e corretta informazione al
consumatore. C’è infatti un aspetto che non può essere messo da parte, legato
alle persone che consumano olio d’oliva. E’ l’aspetto sociale, inteso come il
rapporto che i consumatori hanno con la cultura dell’olio.
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