Contro l'olio tunisino senza un vero motivo

Ultimamente si parla solo di olio tunisino e dell’importazione senza dazi doganali delle 35.000 tonnellate di olio approvate dal Parlamento Europeo, ce n’è davvero per tutti e di tutti i gusti. Soprattutto è la politica italiana a primeggiare questa scena, con dichiarazioni eclatanti del tutto prive di ogni fondamento. Fermo restando che siamo tutti a favore dell’agricoltura italiana e al consumo delle produzioni eccellenti del nostro Bel Paese, c’è da essere coerenti e coscienti e prendere atto della realtà. Con tutto il clamore delle notizie sono molti i consumatori che hanno paura dell’olio che mangiano, pensando chissà quale “monnezza” gli porteranno sulle tavole. Come sono molte le forze politiche e le associazioni di categoria a proclamare danni all’economia italiana e al settore agricolo, in particolare quello dell’olio.

L’Italia è il maggiore importatore di olio da olive al mondo e questo è il primo dato sul quale riflettere. Siamo fermi da decenni, non si piantano nuovi ulivi, non si innova e non si investe ma ci si lamenta continuamente degli altri paesi che certo non sono fermi nel settore olio. I dati di produzione del nostro paese sono “lampanti” e non riusciamo per niente a soddisfare la domanda interna. In Italia si producono circa 300.000 tonnellate di olio da olive mentre il consumo interno è di circa 700.000 tonnellate. Ne esportiamo circa 350.000 tonnellate e di conseguenza abbiamo la necessità di gestire circa un milione di tonnellate di olio da olive e quindi, restiamo costretti a doverne importare ingenti quantità.

Non comprendo, sinceramente, tutta questa preoccupazione sull’importazione dell’olio tunisino. Non capisco dov’è la differenza nell’importare olio dalla Tunisia o da altri paesi. Oltretutto importarlo senza dazio renderà il prezzo più accessibile al consumatore medio, grazie al minor costo di importazione. L’Italia è anche il maggior partner, nel settore olio da olive, della Tunisia e perciò potrebbe ottenere dei benefici da questa agevolazione. Inoltre, il prezzo dell’olio tunisino risulta essere leggermente più alto di quello spagnolo e greco (i due paesi dai quali importiamo il grosso dell’olio che consumiamo) e quindi è ancora più paradossale tutto il timore generato e le preoccupazioni che la decisione dell’UE possano portare danni all’Italia.

Per quanto riguarda la qualità nutrizionale degli oli, la Tunisia garantisce comunque degli standard di qualità e non c’è bisogno di preoccuparsi, di creare allarmismi inutili che generano solo preoccupazioni. Più che altro, l’Italia, dovrebbe interrogarsi in maniera seria e riguardare le azioni necessarie per un comparto – quello dell’olio italiano – che è in piena sofferenza ed ha bisogno di essere innovato. Il libero mercato esiste e non c’è da avere paura della concorrenza, bisogna adeguarsi e stare al passo, non fermi da trent’anni.


di Vincenzo Nisio - tutti i diritti riservati

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