La migliore medicina

L'olio d'oliva, si sa, fa miracoli. Come, non lo sapevate? Molto male! allora leggete un po' qui...

Ippocrate, padre della medicina, definendo l'olio “la migliore medicina” consigliava il succo di olive fresche per curare le malattie mentali e impacchi di olive macerate per guarire le ulcere.  Omero lo descrisse come “il liquido d'oro”. Ma in numerosi scritti si narra di medici, sacerdoti, stregoni, filosofi che, fin dai tempi più antichi, utilizzavano l'olio come una sostanza a metà tra l'alimento ed il medicinale. Plinio il Vecchio descriveva ben 48 metodi per utilizzare l'olio a fini curativi. Nell'antichità l'olio era essenziale anche per l'igiene del corpo. Afrodite amava farsi ungere dalle Grazie con il prezioso liquido, i combattenti lo utilizzavano per lenire e curare le ferite, per i dolori muscolari, per alleviare i traumi, le donne per ravvivare e rinforzare i capelli, per proteggersi dai raggi solari o semplicemente per curarsi dalle ulcere e dal mal di fegato.

Nel trattato di Dioscoride viene affrontato per la prima volta, in chiave scientifica, l'uso dell'olio di oliva "ottimo nell'uso della sanità, è quello, che si cava dalle olive immature, il quale è chiamato "omphacino", cioè acerbo, e di questo quello è il migliore, che è nuovo, odorato, et non mordace al gusto. Questo è utile nel comporre gli unguenti, et è sano allo stomaco per essere egli costrittivo". Dioscoride, in fondo, anticipa quello che solo molti secoli più tardi la scienza e gli esperti apprezzeranno dall'olio ottenuto dalle olive appena invaiate. Egli, mettendo insieme magia e scienza, lo utilizzava anche contro i “veleni mortiferi”. Ma pensate che anche nei Giochi Olimpici, ben 700 anni prima, quindi, della nascita di Cristo, ai vincitori delle gare veniva consegnata un'anfora ripiena di olio di prima qualità per curare il corpo e per nutrirsi.

Nell'età romana l'uso dell'olio in medicina raggiunse il massimo splendore ma non cessò neppure in tutto il Medioevo e durante il Rinascimento, anzi se ne ampliò l'uso anche nel campo ginecologico. Non di rado a custodire i segreti dell'uso dell'olio d'oliva per la cura delle malattie erano monaci, medici e speziali, che ne facevano balsami dalle enormi proprietà benefiche e dalle ricette segretissime e nelle farmacie non mancava mai un vaso di oleum; l'olio più puro era anche un importante ingrediente nella alimentazione dei bambini, veniva utilizzato per i neonati in aggiunta al latte ed ai cereali in special modo quando essi non tolleravano il solo latte. Nell'ottocento l'olio d'oliva è stato un attimo coadiuvante nella patologia delle otiti. Il rimedio, utilizzabile ancora oggi, consiste nel far scendere 3-4 gocce di olio leggermente caldo all'interno del condotto auricolare per aiutare la decongestione dell'orecchio e favorine la pulizia dal cerume. Fino all’avvento della medicina moderna, esso è stato considerato alimento ed elemento essenziale per i preparati farmacologici. In più opere è descritto il ricorso all'olio di oliva e agli unguenti, aventi come base sempre l’olio; molto spesso l'implicazione non era solo di natura curativa ma anche religiosa, quando non addirittura folcloristica: un misto di magia, credenze religiose e tradizioni, come sovente accadeva tra i nei popoli antichi e non solo. In ogni caso l'uso che se ne è fatto nel tempo fa supporre, a ragione, che le sue proprietà curative erano già note agli albori della scienza medica.

Ma cosa rende l'olio d'oliva così prezioso dal punto di vista medico?
Tutta “colpa” dei polifenoli, composti di origine naturale di cui l'olio d'oliva è ricchissimo. Essi giocano un ruolo protettivo nel nostro corpo, come accertato da numerosi studi e, non da ultimo, dall'Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del Cnr di Roma. I ricercatori hanno riscontrato che i polifenoli, tra le altre proprietà che posseggono, hanno una azione benefica nei processi di memorizzazione e nella migrazione e proliferazione delle cellule endogene progenitrici presenti nel cervello, tanto da poter incidere sul potenziamento della neurogenesi dello stesso proteggendolo dalla degenerazione legata all'età ed all'invecchiamento. D'altro canto la  European Food Safety Authority e l’americana Food and Drugs Administration, raccomandano un consumo quotidiano di due cucchiai di olio crudo al giorno per contribuire a prevenire l’insorgere di malattie cardiovascolari, infiammazioni e per contrastare lo stress ossidativo indotto dai radicali liberi.

Un curiosa ricetta galenica per una bella ricrescita dei capelli? “Recipe cape, e brucciale in una tecchia, e poi falle bollire in oglio comune, e ungi il luogo nudo, che cresceranno, ed è prouato”.
Provare per... credere!


di Giovanna Mastrati - tutti i diritti riservati

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