Il fratello maggiore di Jinju falciava meccanicamente, a un certo punto
da sotto il falcetto saltò fuori una lepre grigia. Era piccola come un pugno e
aveva due grandi occhi neri come il carbone, correva ma lentamente. Jinju gettò
via il falcetto e con due passi le fu sopra. La bestiola terrorizzata si
raggomitolò su se stessa appiattendo le orecchie. Jinju si accovacciò e le mise
sopra una mano. Quando le sue dita toccarono le orecchie provò una grande
tenerezza, erano delicate come petali trasparenti; facendo attenzione a non
romperle, la tenne fra le mani a coppa. La sensazione del pelo morbido e
tiepido della bestiola sui palmi e il muso che frenetico annusava l'aria la
commossero profondamente.
Cerca una corda per legarla,
potresti allevarla, - le disse il fratello al suo fianco.
Lei si tastò la tasca in cerca di qualcosa che non trovò, allora
abbassò lo sguardo a terra senza speranza. Il fratello si sfilò il laccio di
una scarpa e in silenzio lo fissò alla zampa della bestiola, ma così stretto
che la zampetta storta scalciava in aria. Jinju fissò il piede della gamba
zoppa del fratello coperto da uno strato di polvere nera che brillava come
lacca. Lui prese la lepre e la legò a una robusta pianta di granturco a un lato
del campo di Gao Ma (suo vicino), poi tagliò un fusto solitario senza spine,
gli tolse la buccia verde e prese a masticarlo per estrarne il succo dolce.
Jinju si girava spesso a guardare la bestiola che si dibatteva cercando
di liberarsi: si lanciava in avanti con forza, quasi volesse strapparsi la
zampa pur di fuggire. Allora la raggiunse di corsa, tagliò il laccio e la
liberò. Con lo sguardo la seguì mentre si infilava saltellando nel campo di
granturco, e fissando le piante ormai secche provò un senso di speranza, anche
se non sapeva bene di che cosa. Il campo sembrava nascondere infiniti segreti.
Hai l'anima di un Bodhisattva,
sorella, - commentò il fratello accanto a lei. - Il tuo buon cuore sarà
premiato con una vita felice.
Tratto dal libro [Le canzoni dell'aglio] di Mo Yan
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