Si iniziava a dicembre racconta zio Gino (siamo degli anni ’40) appena le
piccole olive di Tonda del Matese iniziavano a cadere per terra e comunque in
tempo per avere il primo olio a Natale. Si monitoravano gli uliveti, quasi
tutti di montagna, e appena si iniziava a vedere qualche oliva fatta cadere per
terra da un forte vento o per eccessiva maturazione si organizzavano gli operai
per iniziare «a prima cota» (la prima raccolta) che era quella,
appunto, per estrarre il primo olio e fare i turcinelli a Natale. C’era chi
raccoglieva solo da terra e questo lavoro era affidato ai più giovani - come
all’epoca io, dice zio Gino - ai quali non era consentito salire sulle maestose
piante, per ovvie ragioni di sicurezza e tenuto anche conto che gli alberi
erano molto alti. Per questo lavoro i giovani venivano pagati con mezzo litro d’olio
ogni 40 chilogrammi di olive raccolte. Gli adulti invece raccoglievano dagli
alberi, guadagnavano 1,5 litri di olio ogni 40 chili di olive, salivano fino in
cima e con mazze e rastrelli buttavano giù i frutti che poi venivano raccolti rigorosamente
da terra: si, perché le reti che usiamo oggi all’epoca non esistevano ma c’era
la “bunetta”, una sacca cucita con
il tessuto di un sacco di juta che si avvolgeva in vita nella quale si ponevano
le olive man mano raccolte per poi versarle nel sacco più grande.
Un uomo cercò una soluzione per i suoi alberi che dimoravano a picco
sulla valle dell’inferno e puntualmente perdeva una parte delle olive perché precipitavano
nel vallone. Era un signore anziano di San Marcellino, località del centro
storico di Piedimonte Matese, zio Gino non ricorda il nome ma ricorda di quest’uomo
che appendeva al collo - come facevano i pastori - due ombrelli che poi
impiantava nel terreno aperti al contrario in modo che le olive non cadessero a
terra per rotolare nel burrone ma si fermassero nell’ombrello. Non solo, quest’uomo
era anche “famoso” perché anticipava la raccolta per evitare che le olive
cadessero da sole e si perdessero nella valle, le raccoglieva quasi verdi, un
orrore per l’epoca, uno spreco!
di Vincenzo Nisio - tutti i diritti riservati
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