C'è chi non si accorge della grandezza di un luogo, di una città.
Perché non ne conosce la storia, il passato, i personaggi, si vive in un posto
come in un altro con indifferenza e questo è solo una banale conseguenza. Una
disattenzione. Si è distratti, presi dal grande cambiamento in atto, dalla
beata involuzione che ci attraversa incontrastata e incontrollata mentre noi,
inconsapevoli e stanchi, ci perdiamo i meravigliosi particolari di cui dovremmo
essere fieri.
Spesso sono i giovani a nutrire questa mancanza, con pacata
indifferenza girano le spalle e diventano cittadini del mondo, lasciando il
proprio luogo, diventando assenti ingiustificati. Ma è un po’ per tutti così,
il proprio paese o la propria città sono talvolta perfetti sconosciuti o nel
migliore dei casi se ne conosce ben poco.
Fare una sintesi perfetta di una città è pressoché impossibile, specie
di una città complessa come Piedimonte Matese: ma farne una, meravigliosa e
imperfetta, è una specie di opera unica nei suoi particolari, nei dettagli che
la compongono. Una città vive, ha una propria identità, una propria lingua, un
proprio DNA, soffre, sorride, si ferisce e può persino morire. Ognuno dovrebbe sentirsi
stimolato a non commettere gesti torbidi, ad avere maggiore rispetto e più
consapevolezza.