Del vento e del mare
Vento e mare giocano
diversi come natura vuole,
si abbracciano.
Si adattano, l'uno è l'altro,
sfociano in uno spettacolo unico,
si esprimono per la loro essenza,
ragionano con la propria testa.
Non si contrastano, si piegano.
Così si possono amare.
M'invitano a capire, a sperare,
l'esempio del vento e del mare.
E' questa, infondo,
l'essenza del mondo.
di Vincenzo Nisio - tutti i diritti riservati
AAA olio buono cercasi
È paradossale ciò che si vive nei ristoranti per l'olio da olive. E il problema più grande, diciamolo subito e senza riserve, lo abbiamo noi assaggiatori ed esperti del settore. Il consumatore non se ne accorge per niente: arriva, condisce, mangia, è felice, se ne va, ritorna.
Oggi ho parlato con il maitre del ristorante che mi ospiterà per diversi giorni, in un villaggio calabro, a Sibari. Gli ho chiesto se avevano altro olio e lui di pronta risposta mi dice: perché non è buono? È extravergine! Gli ho spiegato diverse cose, che ci sono diversi tipi di extravergine, era proprio alle prime armi in materia. Comunque si è mostrato interessato, ora gli dovrò portare un campione di olio buono e lo farò, anche perché dovrò acquistarne qualche bottiglia anch'io altrimenti non potrò mangiare un'insalata decente e non solo. Ieri ho mangiato una insalata di pesce, tra l'altro buonissima, praticamente senza olio. Vi pare ovvio?
Oli imbottigliati, di origine comunitaria, di scarsa qualità, classici difetti che ritroviamo in diversi extravergine commerciali. E questo è, ma anche un olio 100% italiano con notevole difetto di riscaldo. Quindi...
Si assiste inermi al fallimento del comparto, c'è poco da fare, è così. C'è poca cultura del prodotto (nonostante i tantissimi sforzi) mista alla concorrenza spietata sui prezzi, è extravergine mi ha risposto il maitre. Il ristorante vuole solo la garanzia che il prodotto sia extravergine, meglio se costa poco, il resto sono chiacchiere. Eppure, dico io, questi sono luoghi frequentati da migliaia di persone dove si potrebbe fare tanto ma siamo così presi dalla frenesia, dalla velocità, dal gestire la massa che ci sfuggono particolari fondamentali.
L'olio lo usiamo dappertutto, cambia il piatto, se è cattivo lo rovina in maniera irreparabile, rovina un buon lavoro fatto dal cuoco ma nessuno se ne rende conto. Ciò che più mi fa stare male però è non poter mangiare una buona insalatona, proprio non ce la faccio credetemi.
Per fortuna ho chiamato Antonio che mi ha prontamente segnalato alcune aziende limitrofe alla struttura dove alloggio. Ho già contattato Alessandra che spero mi risponda al più presto, conosco già il suo grandissimo extravergine: la raggiungerò, la saluterò e comprerò del buon olio. Per me e per la mia famiglia, e pure per il maitre.
Oggi ho parlato con il maitre del ristorante che mi ospiterà per diversi giorni, in un villaggio calabro, a Sibari. Gli ho chiesto se avevano altro olio e lui di pronta risposta mi dice: perché non è buono? È extravergine! Gli ho spiegato diverse cose, che ci sono diversi tipi di extravergine, era proprio alle prime armi in materia. Comunque si è mostrato interessato, ora gli dovrò portare un campione di olio buono e lo farò, anche perché dovrò acquistarne qualche bottiglia anch'io altrimenti non potrò mangiare un'insalata decente e non solo. Ieri ho mangiato una insalata di pesce, tra l'altro buonissima, praticamente senza olio. Vi pare ovvio?
Oli imbottigliati, di origine comunitaria, di scarsa qualità, classici difetti che ritroviamo in diversi extravergine commerciali. E questo è, ma anche un olio 100% italiano con notevole difetto di riscaldo. Quindi...
Si assiste inermi al fallimento del comparto, c'è poco da fare, è così. C'è poca cultura del prodotto (nonostante i tantissimi sforzi) mista alla concorrenza spietata sui prezzi, è extravergine mi ha risposto il maitre. Il ristorante vuole solo la garanzia che il prodotto sia extravergine, meglio se costa poco, il resto sono chiacchiere. Eppure, dico io, questi sono luoghi frequentati da migliaia di persone dove si potrebbe fare tanto ma siamo così presi dalla frenesia, dalla velocità, dal gestire la massa che ci sfuggono particolari fondamentali.
L'olio lo usiamo dappertutto, cambia il piatto, se è cattivo lo rovina in maniera irreparabile, rovina un buon lavoro fatto dal cuoco ma nessuno se ne rende conto. Ciò che più mi fa stare male però è non poter mangiare una buona insalatona, proprio non ce la faccio credetemi.
Per fortuna ho chiamato Antonio che mi ha prontamente segnalato alcune aziende limitrofe alla struttura dove alloggio. Ho già contattato Alessandra che spero mi risponda al più presto, conosco già il suo grandissimo extravergine: la raggiungerò, la saluterò e comprerò del buon olio. Per me e per la mia famiglia, e pure per il maitre.
di Vincenzo Nisio - tutti i diritti riservati
Signor Passato
Signor Passato,
e così, te ne sei andato.
Senza chiedere niente,
e se qualcuno non era d’accordo?
Come me!
Sig. Passato,
io che con te non c’entro niente,
e non ho colpe se vivo in un mondo ormai nulla tenente.
Come me!
E mi sveglio sempre
con te, nella mente
Perché forse mi manchi
anche se di te,
non ho visto niente.
E della tua gente,
del tuo essere sempre presente.
Quando c’era l’amore
e tutto, era normale,
quando si era romantici e nei vicoli si dava a parlare.
E, per conquistare lei, bisognava sudare.
Sig. Passato,
anche se i tuoi valori
sono scritti sui libri che noi, cazzo, abbiamo studiato,
hai visto cosa abbiam combinato?
Sig. Passato,
oggi di moda van le cazzate.
Gente sparata nel mondo, che sale, che tocca le stelle
e poi, torna giù nelle stalle.
E che poi sta male, non crede più a niente,
gira vagando
senza aver più una mente,
senza aver più una mente.
Chissà che cosa io darei,
per tornare da te!
Oggi non è cosi,
non c’è poesia nei cuori.
Nel sangue c’è rabbia
e nelle mani, solamente sabbia, sabbia.
Oggi, siamo come i canali,
ognuno, piscia sull’altro.
ognuno, piscia sull’altro.
di Vincenzo Nisio - tutti i diritti riservati
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