Raccontami di noi

Famiglia è semplicità, è il simbolo essenziale della vita di ognuno di noi. Sono stato sempre curioso di sapere i fatti e le vicende che hanno accompagnato il tempo della mia famiglia, spesso ai miei nonni ho chiesto - e tutt'ora continuo a farlo - avvenimenti, casi, episodi, circostanze, fatti. È importante sapere da dove vengo, è fondamentale, capire il passato per vivere il presente e dare un valido futuro anche ai miei figli. Si scoprono cose bellissime che talvolta ti fanno anche comprendere meglio chi sei. Il titolo di questa breve riflessione l’ho scelto perché è la domanda che faccio spesso quando voglio farmi raccontare della mia famiglia. Nonna, ad esempio, “Raccontami di noi”.

La famiglia ha sempre accompagnato l'uomo nella scelta delle proprie scelte, nei sorrisi di ogni giorno e nelle difficoltà pervenute nel corso del tempo. È certezza, unicità, è la voce del tempo che rimane nel tempo e che forma - col tempo - la grande arca dei ricordi. La famiglia è simbolo dell'amore universale, un'energia incontrollata che spazia dentro di noi e che regola il nostro futuro perché ci costruisce, ci fa diventare chi siamo. Ogni individuo ha i propri ricordi, spesso custoditi segretamente per una vita intera senza mai accennarli, senza mai divulgarli, senza mai sprigionarli; la famiglia è un grande e infinito puzzle dove ognuno possiede vari elementi, che uniti, costituiscono un grande quadro d'insieme - fatto di segni, piccoli particolari e straordinari scenari di vita vissuta. Molte volte si ha la fortuna di conoscere gli attori, custodi delle memorie del passato spesso racchiuse nei loro ricordi e non esternate perché magari motivo di grandi sofferenze e difficoltà. Non è facile - ad esempio - raccontare gli avvenimenti, che so, della prima guerra mondiale per chi l'ha vissuta. Sono brutti ricordi e a volte si preferisce desistere, non parlarne, rinunciare. 

Cosa c'è dunque in questi uomini e donne? È bello pensare che ci siamo noi, mi piace crederlo, infondo nel DNA di ognuno di noi c'è un po’ dei nostri antenati, un po' della loro storia è racchiusa all'interno del nostro essere chi siamo ed è entusiasmante, quanto sconvolgente, riscoprire noi stessi attraverso il racconto di chi ci ha vissuto. Ognuno di noi arriva al mondo come frutto di una grande storia, secoli di vicende e avvenimenti di persone che ci hanno preceduto, che hanno sofferto, lavorato, che hanno fatto scelte, che hanno cambiato direzione e che infondo lo hanno fatto per arrivare a noi. Ma ci pensate, è straordinario, bellissimo.

Certo, la fortuna di conoscere gli attori, ma poi il tempo passa, la vita è frenetica, il lavoro, tutto va veloce e tendiamo a rimandare, a dimenticare, a parte quelle poche notizie frammentate che siamo riusciti ad apprendere da qualche nostro antenato e che cerchiamo - molte volte invano - di trasmettere ai figli in maniera del tutto sufficiente e inverosimile. La verità è che non approfittiamo in tempo a raccogliere le testimonianze e ce ne rendiamo conto solo quando è troppo tardi, quando ci rimane il rimpianto di non aver letto quei libri di storia viventi, testimoni dei fatti della famiglia e testimoni di eventi personali assolutamente straordinari e talvolta di grande valore umano. Sono infondo queste persone, che ci hanno preceduto, a renderci orgogliosi di noi stessi e che ci danno la forza di continuare a costruire la grande famiglia. Loro hanno costruito la nostra forza e noi perdiamo ogni giorno un pezzetto della loro storia, che poi è la nostra storia.

Vorrei chiudere con il racconto di un amico psicoterapeuta e la storia di una ragazza, sua paziente a seguito di ricorrenti incubi notturni. Giulia, questo il nome della 23enne, quasi ogni notte aveva un incubo: sognava di essere chiusa in una armatura, vedeva attraverso l'armatura persone che su grandi cavalli l'attaccavano e lei costretta a difendersi aveva paura di morire, iniziava a sudare freddo, non riusciva ad uscire. Si svegliava di botto, con l'affanno e impaurita. Andava avanti da mesi, a tal punto che non dormiva più per non sognare, per non rivivere quelle orribili scene e non sentire l’oppressione. Scavando nella storia della sua famiglia, dopo diversi studi del caso, si scoprì che Giulia aveva un antenato, un cavaliere medievale. Era questo che scatenava i suoi terribili sogni. Nel suo sangue c'era la storia della sua famiglia, scene di vita vissuta che lei riviveva attraverso un mondo diverso, il mondo dei sogni.


di Vincenzo Nisio - tutti i diritti riservati

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