L'oliva di Caiazzo nella sua massima espressione



Io l’ho sempre sostenuto, l’oliva di Caiazzo manifesta la sua massima espressione quando è lavorata per ottenere le olive da tavola. Sembra che l’olivicoltore sottovaluti le potenzialità di quest’albero di ulivo, come se dalla pianta si potesse estrarre solo olio. Le olive da mensa oltretutto sono molto richieste, in Italia ne produciamo pochissime e ne importiamo tante. E’ un problema culturale? Ci sono varietà di olive, come la caiazzana, predisposte alla produzione di olive da tavola, perché non si producono?

A tal proposito cito un passaggio di una relazione storica realizzata dal compianto studioso locale Prof. Giuliano Palumbo:

“…Ci raccontava un vecchio contadino della Contrada rurale di Santa Lucia, sita al confine tra Piedimonte Matese ed Alife, località coltivata quasi esclusivamente ad ulivo, spesso maritato alla vite, che, in ogni proprietà esistevano soltanto una o due piante d’Olivo caiatino, (olivi di varietà caiazzana) il cui frutto era destinato alla tavola, previa cottura al forno, con l’aggiunta d’aglio, arance, sale e finocchietto, appositamente triturati. Sul desco di Natale, per tradizione, non poteva mancare questa speciale oliva, che veniva consumata negli intervalli tra una pietanza e l’altra…”

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